24/05/08

Mea culpa

Stiamo moralizzando, giudicando un uomo che fa l'uomo,
che nel suo disegno fa ciò ch'è spinto a fare.

E noi puntiamo il dito contro di lui.
Stiamo ben fermi dietro al dito, per non farci vedere.

Quand'ero bambino, nascondevo le mie colpe, se potevo.
Quante volte, mia madre e mio padre, mi chiedevano cos'avevo fatto, e perchè.
Ed io, in fondo, sapevo che la colpa era mia. A me toccava riparare.

Ora sono cresciuto, e nessuno più mi accusa.
Ho la scelta, ho la responsabilità della mia stessa guida.

Che fallimento, se punto il dito verso gli altri.
Ed allo stesso tempo, pretendo di essere padre, di insegnare a mio figlio.

Ho una colpa. Io, come uomo, so. So che domani questo papa morirà.
So che la strada del potere passa tra di noi
ma mi volto altrove,
faccio finta di non vedere che un'altro, identico papa la percorrerà sfiorando le nostre coscienze zittite,
pigre e ottuse.

E saremo d'accapo, con un altro Andreotti, o Berlusconi, che differenza può fare.
Prenderà in mano le nostre corde, la nostra coscienza, inventandone, per noi, la voce.
Credere che siamo piccoli e impotenti ci illude, ci inganna, ci giustifica!

Noi nuovamente attoniti, persisteremo a puntare il nostro dito altrove,
nonostante la profonda, lurida sensazione
che in realtà ci stiamo prendendo in giro.

Torneremo a lavorare per 7 miseri euri all'ora.
Per pagare montagne di tasse, per montagne di rifiuti
che si accumulano dentro e fuori di noi.

Per pagare benzine che ci intossicano e ci bruciano vivi,
coda dopo coda,
euro dopo euro.

Per tuffarci tra le ondate di opinione
che ci travolgono, scaraventandoci in categorie votanti,
frotte di stupidi merluzzi, da pescare con le reti.

Per televisioni che scartano regali davanti ai nostri occhi
per farceli desiderare, per farceli pagare.
E consumare.

Per chiese che, potenze tra i potenti, falcidiano l'impotente,
chi non prega prostrato a loro.
Ammoniscono.
Decidono cos'è il bene.
Lasciano soffrire in letti d'ospedale,
dove la disperazione piega qualunque volontà,
qualunque coscienza.

Basta!
Siamo noi il nostro male, sappiamo quel che facciamo
ma non smettiamo di comprare SUV,
pagare abbonamenti,
seguire correnti,
pagare più caro grazie a false pubblicità,
preoccuparci per malattie che non sapremo mai se avremo,
sfoggiare i-phones che non sapremo mai usare,
venerare tristi pagliacci in case artefatte, che simulano vite
ma svendono le proprie, ad un reale "grande fratello",
mascherato da falso "grande fratello".

La penso così, e so che chiunque, da questa vita, da questa società,
otterrà sempre qualcosa più di me che mi guardo ogni mattina disperato,
chiedendomi perchè devo dannarmi,
distruggermi,
consumarmi,
tradirmi e vedermi invecchiare, senza poter sentire neppure per un istante, che ho vissuto come volevo.

Ho una bellissima donna, mi ama, l'amo profondamente eppure non so darle tutto l'amore.
Dovrei difenderla da chi fa sì che torni a casa sfinita, e dalle continue umiliazioni,
Eppure non so farlo... trovo scuse anch'io.
Abbiamo bisogno del denaro, ci permette di non morire.

Perchè oggi, l'unica certezza che ho è questa:
quei potenti, se a loro farà comodo, ci lasceranno morire.
come un qualunque soldato Americano o Iracheno,
Israeliano o Palestinese...
ci lasceranno morire!

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